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In questa sezione condividiamo pensieri, racconti, favole....

 

Punti di vista​

A me piace la solitudine. Adoro perdermi nei miei pensieri, osservare e aspettare.

Qualche volta vago per la casa. Buia, silenziosa e deserta.

Scruto gli angoli, guardo la polvere brillare sui mobili, colpita da flebili raggi di sole che filtrano tra le persiane. Ammiro la disposizione del mobilio e degli oggetti.

Non ho scelto io l'arredamento, ma mi piace. Si percepisce un gusto finemente retrò. Specialmente in salotto, dove passo la maggior parte del mio tempo.

Le lampade in stile liberty si avvolgono su se stesse per ricadere in ordinate cascate di perline colorate, trasmettendomi un gradevole senso di familiarità. Il divano e le poltrone sono antichi e pomposi, quasi soffici alla vista, nei loro velluti consumati. Il rosso domina ovunque. Anche sui muri.

Lo scaffale è zeppo di libri, riviste e ninnoli, così cari a quella che una volta era la padrona di casa. Luogo d'elezione. Fonte di ispirazione. Rifugio sicuro. E i tappeti... i miei preferiti. Geometrie che si fondono con motivi floreali in scintillanti labirinti oscuri. Un vero spasso.

 

Ma ora lui è tornato, l'ho visto. È un essere schifoso. Repellente. Ripugnante.

Non è invitato. Ma si comporta come se fosse il padrone del maniero.

Scruta dalla finestra con occhi sottili e maligni. Perlustra ogni angolo, inanellando brevi litanie di lamenti come un mantra. Trascina il suo corpo pesante con una lentezza frenetica e metodica.

Le sue zampe sono nodose come le radici di ulivi centenari, ma meno rassicuranti.

Porta il suo cibo sul divano e lo consuma mostrando la cupidigia di un cane randagio. Le sue fauci sono enormi, con fili di bava tesi come le corde di un'arpa.

Mi incute un terrore atavico. È catarroso e viscido. Emana un fetore terribile e fa rumori spaventosi, che echeggiano e mi tormentano. Sono convinto che sia vecchio.

Quando è in casa non ho alternative. Devo nascondermi.

Ha già provato a uccidermi. Mi ha costretto a restare rintanato per ore, paralizzato, con una crescente ansia di venire scoperto e massacrato. Ho aspettato che le luci si spegnessero per uscire, timoroso, a controllare. In lontananza un respiro affannoso e irregolare. Inquietante e pauroso.

Da quella volta ho capito di non avere possibilità. Il disgusto che mi pervade non è comunque meno intenso. Vorrei schiacciarlo, triturarlo, masticarlo e lasciarlo a putrefare senza pietà. Come lui vorrebbe fare con me. Purtroppo è impossibile. Le trappole che ho costruito sono state distrutte con noncuranza. Non è rimasto un filo... della mia ragnatela.

c.s.

Nel pdf la lettera entrata nella top ten del Festival delle Lettere 2013 e vincictrice del premio Marie Claire. Il tema: lettera di scuse.

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